Incontro

L’opera sviluppata si confronta con la pacatezza di una visione del paesaggio toscano caratterizzata dalla dolcezza delle colline, da una vegetazione dominata dal lavoro dell’uomo e dall’imperante cromatismo del tufo. Ecco che il segno si fa libero proprio per cercare il dialogo continuo con l’ambiente circostante e la luce che lo avvolge modificandosi in controluce

con il passare del tempo. La calligrafia diventa segno tra i segni del paesaggio. Memorie ataviche si contaminano illuminando i presupposti di un nuovo dialogare rispettoso. La scultura mai imponente, cerca nel genius-loci del luogo, la vibrazione di un eco sonoro che nella sua visibilità, impone l’animo dello scultore che la plasma. Infiniti echi e infinite grafie fanno spazio nel caso della scelta di Pertusi, di colloquiare con il silenzio che si impone alla nostra vista con la continuità di un unico segno. Ecco però che lo scultore non rimanda a quell’unico segno, la volontà di una forma chiusa, non vuole erigere barriere e interrompere il brusio del vento. Questa scultura vuole dialogare con lo spazio, gli vuole parlare, l’interruzione del segno vive lo spiraglio che il nostro occhio ci fornisce, ampliando la possibilità d’immaginazione. La creatività insita nel messaggio scultoreo comunica di un astrattismo che non compete al nostro vedere in natura, se non in frammenti di un individuare microscopicamente, di forme e di linee che ovviamente esistono e che non smetteranno mai di trasmettere emozioni.

Tiziana Valzelli